«Punto alla squadra più autorevole»- Corriere.it

«Puntiamo a dare a questa Nazione il governo più autorevole possibile. Non c’è spazio per questioni secondarie rispetto a questo obiettivo». Il primo discorso ai 185 eletti di Fratelli d’Italia, Giorgia Melon
i lo fa come chi parla alla nuora perché suocera intenda. E quella suocera, anzi quelle suocere, le cita: «L’ho detto agli alleati e lo dico anche a voi che siete la squadra di FdI in Parlamento: puntiamo a dar vita a un governo di altissimo livello, che parta dalle competenze». Nell’auletta dei gruppi parlamentari di Montecitorio la presidente del Consiglio in pectore, accolta con standing-ovation ed esultanze («Gior-gia Gior-gia») apre con una battuta: «Sulla coreografia ci siamo».

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Ma richiama subito alla serietà e alla riservatezza la squadra arrivata con l’entusiasmo stampato sul volto. Giovani new entry ed ex parlamentari che da cenerentole della scorsa legislatura si sono ritrovati, dopo le elezioni, regine del Gran ballo della politica. Molti con il sogno di un incarico di rilievo. Ma la leader fa capire subito che non è aria di richieste. Dispensa consigli e gadget di sobrio patriottismo: cravatte e foulard blu con mini tricolore. E, soprattutto, chiarisce che non intende fare, tantomeno tollerare, passi falsi. Il pensiero di molti corre alla querelle in corso con Silvio Berlusconi che per Licia Ronzulli chiede ministeri prestigiosi. Giorgia avverte tutti: «Cercheranno di criticarci per quello che diciamo, facciamo o come ci vestiamo. Perciò bisogna evitare di cercare di comparire a tutti i costi, perché il rispetto delle istituzioni si fa nel concreto».

E tra i canoni del rispetto istituzionale include anche la velocità nel formare la squadra: «Se e quando il presidente dovesse affidarci l’incarico, puntiamo a essere pronti e il più veloci possibile», sottolinea. Poi fissa subito i primi obiettivi: «Lavoreremo per procedere spediti partendo dalle urgenze dell’Italia, come il caro bollette, l’approvvigionamento energetico e la legge di bilancio». Perché «il nostro obiettivo è correre e tutto quello che faremo sarà per difendere gli italiani e non saremo mai disposti a fare scelte che vadano contro l’interesse nazionale». Ma la leader di FdI non pensa solo al governo. Sa che la battaglia parlamentare sarà dura, soprattutto al Senato. E richiama i suoi a «dare l’esempio» come gruppo: «Non ci sono assenze giustificate. Bisogna essere presenti e basta», scandisce. La motivazione è identitaria: «Abbiamo rotto tutti gli schemi, creando diversi cortocircuiti nella sinistra e nel mainstream. Noi siamo una cosa completamente diversa da tutto quello che è stato visto finora. Noi non ci ispiriamo a nessuno ma siamo la nostra storia e vorremmo essere noi domani un modello di ispirazione per gli altri».

Ma nessuna stonatura. Anzi il richiamo ai suoi è a non dimenticare chi non ha votato FdI. Anzi, tentare di fargli cambiare idea: «Ogni qual volta entrerete in Parlamento dovrete pensare a tutti gli italiani che il 25 settembre ci hanno messo in mano il loro futuro. Così come a tutti quelli che non ci hanno votato perché, in alcuni casi, la speranza l’hanno persa. E dovremo lavorare per far cambiare loro idea. È una sfida di cui sentiamo la responsabilità e intendiamo affrontarla dimostrando serietà e capacità». E chiude: «Dobbiamo puntare al massimo. E vi auguro di vivere cinque anni di orgoglio e di vittorie». La pattuglia esce caricata. «Vogliamo governare bene» dice Isabella Rauti. Molti evitano i commenti. Soprattutto quelli citati nel totoministri. Daniela Santanchè è insolitamente riservata. Adolfo Urso serra le labbra e sorride. E Carlo Nordio assicura: «È già una grande emozione rappresentare gli italiani».